Sembrava una sera come tutte le altre. Ero in camera da letto e la mia fidata sveglia mi indicava che erano le 22:54. Non così presto, ma neanche così tardi da andare a letto. Pensai subito che fosse una perfetta metafora della mia vita. Non così infelice da cambiare ma neanche così felice da dire che me la stavo godendo, vivendo alla grande. Come sentivo di meritare.
Davvero tutto questo era il massimo al quale potevo aspirare? Non ci credevo…quantomeno non ci volevo credere. In cuor mio, nonostante le difficoltà, sentivo che la vita poteva essere molto di più. Una flebile vocina dentro di me me lo diceva insistentemente. Ogni giorno, ogni ora ed ogni minuto.
Senza tregua. Sentivo che risiedeva in me un paradosso. Da una parte grandi ambizioni. Dall’altra pochi risultati, ossia pochi traguardi raggiunti. Alcuni raggiunti a metà, altri mai neanche visti in lontananza. La mia vocina, che sentivo essere la mia vera natura, mi suggeriva che tutto questo per certi versi non era reale. Era solo un’illusione prodotta dalla mia mente, basato su false credenze.
Belle parole, pensai. Era arrivato il momento dei fatti, però. Il tempo, per quanto fosse un’illusione, scorreva via veloce e l’adolescenza era ormai lontana. Gli anni delle feste selvagge, delle prime sbronze e del divertimento puro erano di là dall’orizzonte. Un pizzico di nostalgia mi assaliva e mi rendeva quasi impotente.
Capivo ora tutte quelle canzoni che facevano riferimento alla volontà di rimanere “per sempre giovani”. “Sono con voi ragazzi” pensai. Ad ogni modo, sentivo che la mia vita mi riservava davvero delle sorprese incredibili nell’immediato futuro. Era solo questione di cambiare leggermente prospettiva.
Un piccolo cambiamento che avrebbe determinato una vera e propria rivoluzione. Sentivo che tutto quello che volevo, per certi versi, già ce l’avevo. Già, ma dove cavolo l’avevo messo? Un po’ come avere la camera da letto in disordine…hai tutto, ma non trovi niente.
Quella era la mia vita. Tutto era perfetto se non che non trovavo quello che volevo. Ma ero sicuro che fosse lì. Probabilmente col tempo lo avrei trovato anche se allo stesso tempo sentivo che non si trattava di tempo. Un bel casino, in definitiva.
Guardai di nuovo la sveglia: ore 23:04. Troppo presto per andare a letto; era sabato sera e l’abbondante nevicata avevo annullato ogni programma per la serata.
Risultato: niente da fare e tanti, troppi pensieri per la testa. Presi il mio Mac e cominciai a cazzeggiare su facebook tanto per passare il tempo.
Ma le mie domande prive di risposte continuavano a perseguitarmi.
Quasi non avevo tregua. Decisi quindi di guardare il profilo facebook di qualche tipa che mi piaceva. Una domanda mi attraversò la mente: “Perchè non ci provi?” Già, ottima domanda. La risposta ufficiosa era fatta di scuse e nient’altro.
Il vero motivo è che mi mancava un’incrollabile fiducia in me per poter provarci con quelle ragazze. Non mi sentivo una schiappa ma neanche sicuro al 100%. Insomma, la solita metà via, priva di sapore.
Paradossalmente, ma forse no, questa situazione era la peggiore in assoluto. Se infatti mi fossi sentito peggio, avrei avuto la spinta per migliorare le cose definitivamente senza più scuse. Invece questo pantano mi rendeva quasi inerme e senza una motivazione assassina che mi spronasse ad andare verso quello che desideravo (che ad un certo livello sentivo già essere mio). Un bel minestrone di pensieri, emozioni, paure e limiti che era alquanto indigesto.
Era ormai da tempo che cercavo di chiarirmi le idee e nelle ultime settimane avevo deciso di provare a fare tabula rasa di tutto questa spazzatura mentale per arrivare finalmente a vedere la vita con un’ottica totalmente diversa.
Ero sicuro che ce l’avrei fatta. Si trattava solo di non demordere. Presi in mano l’iPhone e guardai l’orario: 23:13. Questo mio controllare ossessivamente l’orario stava diventando eccessivo.
Appoggiai il telefono e cercai di rilassarmi un attimo. Di certo, il fatto di non poter andare a ballare non mi aiutava a liberare la mente. Amen, pensai. Evidentemente me ne dovevo stare lì con i miei pensieri, fino a che avrei raggiunto il capolinea, punto oltre il quale tutto sarebbe stato diverso. Non lo vedevo ancora ma lo sentivo.
Di certo, non avrei mollato. Proprio in quel momento mi venne la malsana idea di uscire di casa e andare a ballare, da solo. Tutte le discoteche, tranne una, avevano annullato la serata. Non so perché, ma cominciai a vestirmi e a preparami. L’entrata era gratuita e questo rendeva la cosa ancora più interessante.
Mi vestii in fretta e furia e uscii di casa. Forse stavo cercando di scappare dai miei stessi pensieri. Fatto sta che sentivo di andare letteralmente nella direzione giusta. Presi la Smart e arrivai a destinazione in poco tempo, nonostante l’abbondante neve presente sulla strada.
Di macchine nel parcheggio non ce n’erano tante ma ormai che ero lì di certo non sarei tornato indietro. Parcheggiai e mi avviai verso l’entrata.
Entrai quindi mi sorpresi, anche se non più di tanto, nel vedere la pista vuota. Di gente ce n’era anche abbastanza considerando il meteo però non a sufficienza per riempire il locale. Mi ordinai la mia solita Vodka liscia e mi diressi verso il piano di sopra della discoteca.
Agivo istintivamente, senza sapere cosa in realtà stessi cercando. Quantomeno ad un livello superficiale.
iù in profondità, le idee erano piuttosto chiare anche se al momento non le vedevo ancora nitidamente. Arrivai al secondo piano e li vidi subito una delle più belle ragazze che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Anzi, era sicuramente la più bella in assoluto. Da togliere il fiato. Sentivo un’attrazione magnetica che mi portava ad andare verso di lei anche se razionalmente non sapevo cosa dirle. Per un momento mi fermai e la osservai. Era davvero la fine del mondo. Era perfetta in ogni dettaglio e il suo inebriante profumo arrivava fino a me, a metri di distanza. Era la ragazza della quale stavo guardando il profilo su facebook poco prima.
Davvero non sapevo cosa dire poiché in definitiva, come per ogni migliore cosa della vita, non vi era niente da dire. Andava vissuta. Rimasi fermo per qualche minuto che sembrava un’eternità. Davvero non le sarei andato a parlare? Mi resi conto del perché la mia vocina mi avesse spinto ad uscire.
Ora era tutto chiaro. Anche troppo, per certi versi. Le mie solite paure cominciavano a prendere il comando, impedendomi di fare la cosa giusta. Il punto era che se anche sentivo in me i soliti limiti, non riuscivo proprio ad allontanarmi da lei. Non male, considerando che non la conoscevo neanche.
Il tempo passava ed io non facevo niente. La solita metafora della mia vita. Finché vidi un tipo alto e apparentemente ubriaco che si avvicinò a lei. Mi sembrava di capire che lei non fosse particolarmente felice di vederlo. Cominciarono a parlare animatamente finché lei scese le scale e il tipo, correndo, la seguì.
Incuriosito dalla situazione decisi di andare a vedere cosa stesse succedendo. La ragazza, che si chiamava Chiara, era uscita dal locale e il ragazzo l’aveva seguita. Uscii anch’io anche se non sapevo perché lo stessi facendo.
Appena fuori non li vidi più. Quindi dopo qualche istante sentii delle urla. Girai l’angolo e dietro una macchina, vidi che il tipo stava cominciando a diventare piuttosto manesco.
Non capivo su cosa stesse vertendo la discussione ma era abbastanza chiaro che la Chiara non gradisse i modi e le avances del tipo. Non volevo fare figure del cavolo intromettendomi ma allo stesso tempo sentivo che la cosa non si stava per mettere bene. Ad un certo punto, il ragazzo aggredì la Chiara.
Decisi quindi di intervenire. Il tipo, visto anche l’alto tasso alcolemico, stava veramente andando oltre.
“Sei una puttana!” Urlò, quindi continuò: “Lo sapevo che sarebbe finita così!”
Senza mezze misure, gli saltai addosso.
“Ehi, ma che cazzo?” Disse preso di sorpresa.
Non so da dove mi venne la grinta per fare tutto ciò ma so solo che lo atterrai immediatamente senza che lui potesse fare niente.
“Che cazzo pensavi di fare, eh? Chiedile scusa e vattene via immediatamente!”
Il tipo si scusò quindi corse via. La Chiara era visibilmente scossa e cercai di rassicurarla.
“Va meglio ora?” Le chiesi, forse un po’ semplicisticamente.
Non mi rispose, quindi mi abbracciò e mi strinse a sé. Stava piangendo e le uscì un flebile “Grazie”.
“Mi dispiace che una bella ragazza come te debba affrontare queste situazioni…”
Le dissi. Era quello che pensavo veramente. Com’era possibile che dei maschi arrivassero a questi livelli con le ragazze? Per me era semplicemente inconcepibile.
“Mi chiamo Chiara…” Disse con un po’ più di voce rispetto a prima.
“Piacere, sono Luke.” Le risposi subito.
Eravamo abbracciati, con la neve che continuava a scendere copiosa. Per un attimo pensai che fosse tutto così romantico e improvvisato. Avevo salvato la ragazza che più mi piaceva dalla grinfie di un barbaro…e pensare che fino ad una mezz’ora prima non facevo che guardare il suo profilo facebook.
La vita sapeva davvero essere incredibile. Come avevo pensato quando ero a casa, si trattava solo di fare un piccolo cambio di prospettiva. Niente che richiedesse tempo. Ed infatti ero abbracciato con la Chiara sotto la neve. Tutto perché avevo fatto quello che mai avrei fatto in passato: uscire di casa da solo per andare a ballare. Niente di rivoluzionario ma il risultato finale, per certi versi, lo era.
“Grazie per quello che hai fatto…” La voce della Chiara interruppe i miei pensieri. Mi sentivo da dio e per certi versi assomigliava alla classica favola dove la principessa veniva salvata dall’eroe.
Sorrisi e mi resi conto che erano già parecchi minuti che eravamo abbracciati in quel parcheggio, con un’atmosfera irreale e magica, data anche dalla neve. Sembrava quasi di essere in un film.
E pensare che un’ora prima stavo per andare a letto. Chissà quante opportunità mi ero perso in passato. La vita sapeva insegnarti piuttosto bene se avevi occhi e orecchie per prestare ascolto.
La Chiara si staccò un attimo da me quindi mi guardò in faccia. Aveva un viso davvero da urlo. Avrei dovuto baciarla. Prima che il pensiero potesse finire, lo fece lei.
“Oh, cazzo, si.” Pensai subito.
Aveva un sapore da sballo e il bacio fu piuttosto dolce e intenso. Appena finito mi guardò negli occhi e mi parlò ancora:
“Grazie ancora, me la sono vista brutta!”
“Prego…ero qui per caso e ho sentito delle urla…davvero non ci credo…ma chi era?”
“Il mio ex…spero di non vederlo mai più!”
“Capisco…” Non aggiunsi altro.
Ad un certo punto arrivarono altre due ragazze. Erano la Giulia e la Camilla. Sapevo i loro nomi grazie a facebook. Solite foto di serate in cui erano taggate. Di certo non mi sarei mai aspettato di vederle tutte in una volta!
Era tutto così incredibile…le ragazze che più mi piacevano, tutte in una volta, in quest’atmosfera magica, sotto la neve.
“Chiara, tutto bene? Cos’è successo?” Chiese subito la Giulia, che aveva una scollatura non molto in linea con la temperatura che c’era qui nel parcheggio. Anche lei era togliere il fiato.
“Il mio ex mi ha aggredito…” Rispose la Chiara con un filo di voce.
“Cosa? Ma è completamente impazzito? Dov’è andato adesso?” La Giulia sembrava piuttosto arrabbiata. Giustamente.
“Lascia stare…per fortuna è andato e spero di non vederlo mai più. Luke mi ha salvata!”
Al che la Giulia mi guardò in viso con aria dolce.
“Sono la Giulia, ciao Luke. Grazie a dio esistono ancora i bravi ragazzi!” Mi disse tirando un sospiro di sollievo.
“Ero qui per caso. Ho sentito delle urla e sono venuto a vedere cosa succedeva. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere però!”
Nel frattempo la Chiara non mi mollava un attimo. Era ancora abbracciata a me e avrei voluto non lasciarla più andare via. Mai più!
“Se vuoi lo vado a cercare e gli do una lezione…” Dissi alla Chiara, bulleggiandomi forse un po’ troppo.
“No, davvero, ti ringrazio. Ma lascia stare, non ne vale la pena. È una storia chiusa…” Mi rispose senza staccarsi da me.
“E se dovesse tornare?” Le chiesi.
“Ci sarai tu a proteggermi!” Rispose subito. Sorrisi e mi sentii da dio.
Ripensai ancora al fatto che giusto un’ora prima ero a casa un po’ scarico emotivamente mentre ora ero qui a fare l’eroe con queste bellissime ragazze.
Com’era possibile tutto ciò?
Da un estremo all’altro. Di sicuro avevo fatto un qualcosa che di solito non avevo mai fatto. Non solo ero andato a ballare da solo, ma ero anche intervenuto per salvare la Chiara. Era il mio premio per avere seguito il mio istinto.
“Io sono la Camilla, non ci siamo ancora presentati!” Disse l’altra tipa castana che era in piedi di fianco alla Giulia.
“Piacere, sono Luke!”
“D’ora in poi verrai sempre a ballare con noi così saremo al sicuro…ahah!” Aggiunse.
Sorrisi e le risposi: “Io non ho problemi…”
Rimanemmo tutti nel parcheggio ancora per un po’. La Chiara continuava a rimanermi abbracciata. Era davvero così dolce quel momento.
Quindi mi guardò in faccia: “Andiamo dentro?”
“Sei sicura? Vuoi entrare di nuovo?” Le chiesi immediatamente.
“Si, entriamo.”
Quindi c’incamminammo verso l’entrata.
La Chiara era sotto la mia ala protettrice e sentivo che in questo modo si sentiva piuttosto sicura. Arrivati all’ingresso il buttafuori ci chiese cosa fosse successo.
Gli spiegai la situazione e la Chiara gli diede la descrizione del suo ex. Speravamo che in questo modo non si sarebbe più fatto vedere.
Purtroppo, appena entrati, lo vedemmo. La Chiara cominciò a tremare.
Prima ancora che potessimo andarcene via, il tipo venne verso di noi. La Chiara si mise dietro di me. Vidi il suo ex arrivare barcollando.
Mi chiesi per un attimo come avesse potuto stare con uno così.
“Dov’è la Chiara?” Mi chiese. Non lo temevo. L’intera situazione mi aveva dato forza e la Chiara era troppo importante per me.
“Vattene via immediatamente, non ti vuole vedere!”
“Chi cazzo sei tu? Voglio parlare con la Chiara!” Mi disse.
“Se non te ne vai subito sarò il tuo incubo peggiore!” Gli dissi in stile film d’azione. Ero davvero troppo carico.
“Devo vederla subito…devo parlare con quella puttana!”
Sentendo come avevo chiamato la Chiara non seppi trattenermi e spinto anche dal fatto che lui stesso stava venendo con forza verso di me, gli tirai un pugno che lo stese. Mi sorpresi. Ma l’avevo fatto.
La Chiara era ancora dietro di me e si proteggeva, sperando, come me, che la situazione finisse quanto prima.
Il suo ex si rialzò e si lanciò nella mia direzione. Purtroppo per lui, questa era la mia serata e nessuno me l’avrebbe rovinata.
Considerando anche che era ubriaco, per quanto s’impegnasse, era completamente inefficace ed innocuo.
Riuscii ad evitarlo ed in poco tempo arrivò il buttafuori che lo portò fuori. Finalmente eravamo salvi.
Sentii la Chiara tirare un sospiro di sollievo. Ci dirigemmo quindi verso il bar per prendere da bere e tornammo al secondo piano, per sederci su dei divanetti. Non so se la Giulia e la Camilla avessero capito la situazione oppure se fosse un caso, fatto sta comunque che mi ritrovai da solo con la Chiara.
Aveva dei lunghi capelli biondi che le scendevano con grazia fino al seno. Lo trovavo molto femminile ed irresistibile. Non c’era niente di lei che non fosse semplicemente perfetto. Sentivo l’attrazione che ci univa.
“Mi è piaciuto il bacio di prima…” Le dissi, fermando per un attimo il mio solito flusso di pensieri.
Divenne rossa in viso, abbassò lo sguardo quindi mi guardò di nuovo.
“Che c’è? Ti vergogni? Ahah.”
“No…è che non ci conosciamo neanche…non vorrei che tu ti sia fatto una brutta impressione!”
“Vai tra…mi sono fatto un’ottima impressione, credimi. Non so già più resisterti…”
“Dici sul serio?” Chiese sorpresa.
“Certo…non penso sia un caso che mi sia trovato a proteggerti dal tuo ex. Voglio dire…fino a un’ora fa ero a casa e stavo per andare a letto. Poi non so perché, sono uscito e venuto qui.”
“Ti ringrazio ancora…senza di te non so come sarebbe andata…”
“Era la prima volta che mi trovavo coinvolto in una roba del genere…spero che non capiti più. Scusa la domanda ma…come hai potuto stare con uno così?”
La Chiara abbassò di nuovo lo sguardo e subito non rispose. Pensai che forse mi ero spinto troppo oltre.
“Scusa, non volevo…” Accennai qualcosa prima che lei m’interruppe.
“Diciamo che non sempre le persone sono come ti aspetti all’inizio di una relazione. Subito sembrava perfetto, poi ho capito che non era quello giusto. Ma i sentimenti coinvolti erano troppo complessi perché potessi chiudere da un giorno all’altro. Anche se avrei dovuto…”
“Capisco…” Onestamente non mi sentivo certo di giudicarla. Anche se arrivare a farsi picchiare da un tipo era veramente troppo.
“Sei sicura che non ti causerà più problemi?” Le chiesi a bruciapelo.
“Ci sei tu qui ora a proteggermi…” Mi disse stringendomi la mano. Sentivo che la sua frase non era riferita solo a quel momento. Sorrisi e decisi di baciarla senza farmi troppi problemi. Aveva davvero un sapore da urlo.
Sarei potuto stare lì con lei tutta la notte. La conoscevo da poco ma già l’amavo.
“Baci bene…” Mi disse, sorridendo.
Accennai un sorriso quindi riprendemmo a baciarci. Arrivarono quindi la Giulia e la Camilla a interrompere la festa.
“Wow Chiara, volevo sapere come va ma direi che ti stai riprendendo alla grande!”
Disse la Giulia. La Chiara sorrise imbarazzata guardandomi in viso. Risi e non tolsi gli occhi di dosso dalla Chiara.
“La Cami ed io vorremmo andare a casa…andiamo?”
Qui accadde un altro miracolo. Serata perfetta, pensai subito.
“Io rimango qui.” Rispose la Chiara.
“Come? E come fai ad andare a casa?” Chiese la Camilla.
La Chiara mi guardò in viso e risposi io:
“La porto io…servizio completo ahah!” Risposi maliziosamente.
La Chiara sorrise quindi si rivolse alla Giulia:
“Vai tranquilla, vado a casa con Luke.”
“Sicura? Se a te va bene…” Rispose la Giulia.
Quindi la Giulia e la Camilla ci salutarono e se andarono.
“Non vorrei approfittarne troppo…” Accennò la Chiara quindi aggiunse:
“È solo che qui con te sto veramente bene…”
“Anch’io sto bene qui con te. Ti prendo da bere.” Mi alzai e andai al bar. Del suo ex non vi era neppure l’ombra grazie a dio.
Tornai sul divanetto e le porsi da bere. Ebbi modo di notare i suoi leggings assassini. Ogni commento era superfluo.
Ad un certo punto arrivò un buttafuori che ci disse che la nevicata stava aumentando e che sarebbe stato meglio se fossimo andati via subito per evitare di rimanere bloccati.
Mi guardai intorno e mi resi conto che il locale era ormai vuoto.
Lo ringraziai per il suo saggio consiglio e c’incamminammo verso l’uscita. La Chiara mi stringeva la mano, quasi che stessimo insieme. Aveva una manina veramente piccola.
Arrivammo all’uscita e mi resi subito conto che stava veramente nevicando troppo. Salimmo subito in macchina e seguendo le indicazioni della Chiara, mi diressi verso casa sua.
Mentre guidavo, non so perché, ma sentivo che il meglio della serata doveva ancora venire. Dopo poco, cominciai ad avere un quadro più chiaro.
Arrivammo ad un incrocio: per andare a casa della Chiara, saremmo dovuti andare a sinistra ma la strada era stata chiusa perché un albero, carico di neve, era caduto sulla carreggiata. Sentii che la cosa non era casuale.
Cambiammo strada e prendendo vie secondarie, ci dirigemmo verso casa sua.
“Oh cavolo, ma io non ho le chiavi di casa!” Esclamò la Chiara.
“Come?” Le chiesi.
“Le chiavi di casa! Sono sulla macchina della Giuly!”
“E adesso?”
“La Giuly ha il telefono staccato…e non posso certo suonare il campanello. Sveglierei i miei!”
Quindi mi guardò in faccia senza distogliere lo sguardo.
“Non ci sono molte alternative!” Le dissi subito.
“Vengo da te?” Mi chiese con un’espressione così dolce che mi sarei potuto scogliere.
“Nel letto matrimoniale!” Esclamai spudoratamente.
Ce la ridemmo di gusto quindi arrivammo a casa. Pensai per un attimo a quanto fosse fico avere con me questa bionda da togliere il fiato.
Grazie a dio che qualche ora prima mi era venuta la malsana idea di andare a ballare da solo. Salimmo in casa quindi raggiungemmo la mia mansarda.
“Io non ho il pigiama…” Disse la Chiara.
Dio solo sa come avrei voluto che dormisse. Non ero sicuro se potessi lasciarmi andare vista la situazione oppure se fosse meglio andarci piano per non sprecare i punti guadagnati fino a quel momento. Dopo tutto, l’avevo tratta in salvo facendo un’ottima figura. Non volevo ora sciupare tutto, dando l’idea di volerle solo entrare nelle mutandine.
“Ti posso dare una mia maglietta…” Le risposi cercando di apparire impassibile.
“Sono costretta a dormire in mutandine però…” Mi rispose subito.
Mi sforzai ancora di apparire calmo. Ma dentro di me stava divampando una fiamma data dalla passione che quella ragazza mi scatenava.
“Ehm..direi di si..è un problema?” Le chiesi.
“No…se a te non da fastidio…”
Pensai subito: come può darmi fastidio? Ci svestimmo e c’infilammo a letto.
Aveva della gambe irresistibili e il suo profumo invase le mie lenzuola senza darmi scampo. Dovevo farmi forza per resistere a questa tentazione. Non ero veramente sicuro del perché avrei dovuto resistere ma cercai comunque di non andare oltre.
“Sai Luke, sono qui a letto con te, ma non so niente di te…”
“Vai tranquilla…sono l’opposto del tuo ex.”
Sorrise quindi mi chiese: “Studi o lavori?”
“Lavoro, sono un Personal Trainer.”
“Wow, dev’essere un bel lavoro. Potresti aiutarmi a tornare in forma…”
“Tornare in forma? Hai un corpo che è la fine del mondo…hai due chiappe che vorrei usare come cuscino…”
Dissi spudoratamente. In effetti non seppi trattenermi.
“Ahah, ma cosa dici? Dici sul serio? Sei senza pudore!”
“Ahah scusa, mi è scappato…è quello che penso, perché nascondersi?”
La Chiara si mise sul fianco sinistro e mi guardò in faccia. Aveva un viso dolce e bellissimo. Lineamenti perfetti.
“Davvero ti piaccio così tanto?”
“Vuoi la verità Chiara? Ti ho vista qualche mese fa in discoteca e ti ho aggiunto su facebook. Dopodiché non mi sono mai fatto avanti e ho passato tutto il tempo a chiedermi come poterti parlare, quando, dove…senza mai arrivare ad una risposta.
Stasera qualcosa mi ha portato a venire in disco da solo ed è successo quel che è successo. Sei la più bella ragazza che abbia mai visto in vita mia e provo un’attrazione indescrivibile per te…”
Era senza dubbio il momento giusto per esprimerle quello che provavo. Ci fu un attimo di silenzio quindi mi rispose.
“Lo pensi davvero? È molto bello quello che hai detto…”
“Si lo penso davvero…e non penso sia un caso il fatto che siamo qui a letto insieme ahah!”
La Chiara rise quindi si avvicinò. Mi girai e la baciai. Sentii comunque che non sarei andato oltre e andava bene così. Infatti dopo poco ci addormentammo.
Mi svegliai al mattino e mi accorsi che ero solo nel letto. Ci misi un po’ per capire se si trattasse di un sogno o se fosse reale.
Mi guardai bene intorno ma della Chiara neanche l’ombra. Un brivido di panico mi scese lungo la schiena.
“Oh mio dio, era solo un sogno?” Domanda terribile che celava una delle sensazioni peggiori che si potessero provare.
Vivere un’esperienza incredibile salvo poi accorgersi che nulla era reale. Era sicuramente un bel casino. Mi alzai da letto e presi in mano l’iPhone. Vidi su facebook che la Chiara stava ancora con il tipo con il quale mi ero picchiato nel sogno.
Vidi anche che era taggata in alcune foto fatte la sera prima. Sembrava quasi che fossi andato a letto invece di uscire per andare a ballare da solo. Così facendo, mi ero perso l’occasione di conoscere la Chiara.
Ma com’era possibile?
Ero sicuro che quanto avessi vissuto fosse reale. Invece sembrava che avesse prevalso la parte peggiore di me che mi aveva spinto ad andare a letto. Il risultato era che avevo perso l’ennesima occasione.
Guardai fuori dalla finestra e vidi gli effetti dell’abbondante nevicata del giorno prima. Feci colazione quindi guardai con più calma le foto della sera precedente nelle quali vi erano la Chiara, la Giulia, la Camilla e….io!
“Cosa?” Urlai con un tono totalmente scioccato. Non ricordavo di aver fatto alcuna foto e soprattutto pensavo che l’intera serata fosse stato solo un mio sogno.
Comparivo in più di una foto. Cominciai quasi ad avere paura poiché non capivo cosa stesse succedendo.
Nella rubrica dell’iPhone il numero della Chiara non era salvato. Non avevo molti dati per capire cosa fosse successo. A questo punto non sapevo veramente cosa fosse successo.
Feci la richiesta di amicizia alla Chiara, alla Camilla e alla Giulia su facebook e queste mi aggiunsero subito.
Erano online. Decisi di scrivere in chat alla Chiara per cercare di raccogliere qualche informazione in più.
Ci mise un po’ a rispondermi. Non riuscii a sapere niente perché lei mi disse che il suo ragazzo era molto geloso e non voleva che poi potesse vedere i nostri messaggi.
“Allora perché mi ha aggiunto?” Mi chiesi. Mi taggò. Quindi mi scrisse in chat:
“Per favore non caricare su facebook quella foto….” Non aggiunse altro.
Ovviamente non capivo quale foto intendesse. Prima che glielo potessi chiedere, andò offline. Il mistero stava aumentando.
Ero davvero spaesato e non capivo come potere uscire da questa nebbia. Anche la Giulia e la Camilla andarono offline.
Rimasi fermo immobile seduto sulla sedia con i miei dubbi che mi attanagliavano la testa senza tregua. La sensazione di prima era ora stata soppiantata da una certa curiosità e questo era veramente un passo avanti.
Almeno avrei potuto darmi da fare per indagare. Sentivo che una spiegazione era a portata di mano ma il punto era trovarla. Decisi di spegnere il mio Mac per riflettere un attimo. Mi arrivò quindi un sms da un numero che non avevo in memoria.
Diceva: “Sei stato carino ieri sera…” Subito aggrottai le sopracciglia in segno di dubbio quindi intuì che si potesse trattare della Chiara.
“Ma come faceva ad avere il mio numero?” Troppe domande prive di risposta…
Le risposi che anch’io ero stato bene. Quindi lei mi chiese se avessi caricato la foto della serata precedente.
Non sapevo quale fosse ma le dissi comunque di no.
Quindi, spinto dal desiderio di incontrarla per comprendere cosa fosse successo, le chiesi di incontrarci.
Mi disse di andare da lei immediatamente perché era a casa da sola. Senza tentennare presi la Smart e mi diressi da lei. Le strade erano un po’ più “pulite” e arrivai a casa sua in pochissimo tempo.
Sorse quindi un altro, micidiale dubbio: lei non mi aveva detto dove abitava. Io lo sapevo sempre tramite facebook ma lei questo non lo sapeva. Quindi?
Aveva dato per scontato che io lo sapessi.
Ma in base a cosa?
Cercai di non pensare troppo perché gli interrogativi privi di risposta erano davvero troppi. Suonai il campanello quindi mi aprì. Arrivai in casa da lei e la trovai in tuta. Inutile dire quanto stesse bene, anche vestita casual.
Andammo in camera sua dove vidi qualche sua foto con il suo tipo. Era lo stesso della presunta serata precedente in discoteca.
Sembrava che stessero ancora insieme. Mi sembrò di vedere un livido sul viso della Chiara. È quello che sarebbe successo se non avessi fermato il suo ragazzo dal picchiarla. Già, ma l’avevo fatto…o no?
“Chiara cos’hai fatto in faccia?” Le chiesi subito avido di risposte.
“No, niente…” Quindi abbassò lo sguardo.
“Qui vicino all’occhio destro…” Le misi una mano sul volto.
“Il tuo ragazzo ti ha picchiato?” Non rispose ma annuì col volto. In ogni caso era chiaro cosa fosse successo anche se non aveva senso. Io l’avevo salvata.
Non potevo neanche dire che tutta la serata fosse stata solo frutto della mia immaginazione perché io e la Chiara ci eravamo conosciuti ed io ero anche presente in alcune foto pubblicate su facebook.
“Non ci credo!” Urlai. “Dov’è adesso?” La Chiara esitò a rispondermi quindi alzò lo sguardo e con voce flebile mi disse:
“Sta venendo qui…”
“Chiara, come puoi permettere che ti tratti così? E’ inaccettabile!”
“Lo so…ma non so cosa fare…” Disse.
“Bè io si…”
Proprio in quel momento sentii il suono del campanello. Si trattava senza dubbio del ragazzo della Chiara. Gli aprii quindi appenna arrivò in casa della Chiara, gli saltai addosso.
“Che cazzo hai fatto alla Chiara?” Gli urlai. Quindi senza esitazione gli diedi una grande spinta che lo fece cadere a terra. Sembrava totalmente spiazzato e preso di sorpresa.
Quindi la Chiara esclamò: “Non stiamo più insieme!” Il suo ragazzo si rialzò, si asciugò il sangue dal labbro e mi guardò in faccia. Il mio sguardo era piuttosto sicuro e non gli avrei più permesso anche solo di vedere la Chiara.
“Vattene immediatamente e non farti più vedere.” Il tipo abbassò lo sguardo e non ebbe il coraggio di ribattere. Uscì di casa e sentii che quello fu l’ultima volta nella quale avrebbe visto la Chiara.
La Chiara mi abbracciò forte. “Grazie!” Esclamò quindi mi diede un bacio sulla guancia.
“Era il minimo…dovevi liberartene tanto tempo fa.”