Era una notte di lampi e fulmini con un cielo che, nonostante la fresca brezza che entrava dalla mia finestra, presagiva un domani migliore e suppongo che questo rappresentasse alla perfezione la mia vita interiore, ora più che mai alimentata da moti in passato a me sconosciuti.
La mia mente si era sempre rivelata troppo brava a mantenermi imbrigliato in una gabbia che di fatto aveva sempre rappresentato il più importante limite che avessi sperimentato.
Eventi esterni avevano risvegliato in me, ultimamente, energie sconosciute che dal profondo si stavano risvegliando con sempre maggiore forza portando la mia mente ad essere sempre più sulla difensiva.
Io mi trovavo in mezzo a questo moto interiore che era ben rispecchiato dal tempo ai limiti della tempesta che osservavo con curiosa ostinazione nonostante la pioggia stesse entrando nella mia camera sempre più rinfrescata da nuove energie.
L’esterno era uno specchio fedele della mia interiorità e per quanto la mente si sforzasse di trovare risposte che potessero soddisfarla, di fatto non poteva trovare nulla che il cuore già non sapesse.
Stava a me scegliere consapevolmente di adottare un’altra modalità di percezione della realtà che mi permettesse di andare oltre tutto quanto fino ad ora aveva rappresentato un freno alla potente energia insita nella mia essenza.
Forse qualcosa in me si stava risvegliando e toccava a me avere il coraggio di cavalcare questo cambiamento per non rischiare di essere spazzato via, anche se il mio vero sé non penso potesse essere turbato da niente.
Era il mio ego, il personaggio che mi ero costruito che di fatto era invitato a farsi da parte perché la mia straordinaria e maestosa bellezza interiore potesse manifestarsi liberamente senza più vincoli mentali che in precedenza avevano sempre generato caos e incomprensioni.
Tutto era in cambiamento, dentro e fuori di me e romanticamente mi piaceva pensare che il temporale in atto fosse portatore di nuove energie che potessero destarmi dal mio torpore esistenziale che era durato per tanto, troppo tempo.
La natura sapeva possedere una saggezza che la mia mente non avrebbe mai potuto comprendere fino in fondo e stava al mio cuore recepire al meglio quanto arrivava perché vi potesse essere un cambio di rotta profondo per un futuro sempre più in linea con i miei reali desideri.
Ancora più importante, era il presente a dover rispecchiare i palpiti della mia fragilità ora sempre più coraggiosamente esposta senza che nulla potesse davvero farle del male. La mia mente aveva sempre pensato che l’unica protezione fosse la corazza ma non era così.
Il punto era proprio penetrare questo velo di Maya che mi impediva cosa fosse reale anche se forse non si trattava di guardare esternamente a me ma dentro, dove da sempre avevo percepito importanti messaggi sottili ma potenti che il mio ego non poteva decifrare.
Il temporale continuava con insistenza con le foglie degli alberi che si staccavano volando liberamente e senza preoccupazioni verso altre destinazioni.
La pioggia continuava ad entrare nella mia stanza, dalla finestra ormai spalancata, e tutto questo mi permetteva di sentirmi sempre più libero al di là di ogni condizionamento che avevo dovuto fare mio nel corso degli anni in base al contesto nel quale ero nato.
Forse avevo già appreso la cosa più importante: lasciare andare la modalità mentale di difesa perché fosse la mia vera natura a prendere il sopravvento senza che nulla di esterno potesse mai realmente farmi del male.
Avevo anche trovato una modalità di sentire che mi stava permettendo di scogliere e integrare questa corazza auto-costruita che aveva sempre rappresentato l’unico confine della mia infinita esistenza.
Le forze della natura si stavano scatenando dentro e fuori di me facendosi portatrici di una chiarezza e di una visione che la parte più superficiale di me mai avrebbe potuto carpire al meglio.
Si trattava quindi di lasciare andare il controllo perché il fiume energetico interiore e profondo potesse portarmi altrove donandomi tutto quanto avevo sempre inconsciamente ricercato esternamente.
Questa ribellione che stavo vivendo internamente la ritrovavo ora in questa serata fuori dal comune che si prospettava essere sempre più carica di novità e di una incredibile libertà che da sempre il mio cuore aveva richiesto senza che la mente volesse lasciare andare la presa per paure mai reali e sempre ingannevoli.
Ovviamente il punto non era neanche prendersela con tutti quei meccanismi di difesa che nel corso degli anni sin dall’infanzia si erano creati per difendermi spesso a livello inconscio. Stava a me darmi la possibilità di sentire senza che nulla potesse essere lasciato indietro.
Ero sicuro di potercela fare e di fatto, da alcuni anni la direzione tracciata era ormai questa. Non si poteva più tornare indietro.
Ero deciso ad andare sempre più in fondo perché la selva oscura potesse finire arrivando quindi alla destinazione che sentivo dentro di me anche se ancora non la vedevo.
Ce l’avrei fatta e niente mi avrebbe fermato anche se il dolore era quasi infinito e sempre potente nello spaventare la mia mente così premurosa dal proteggermi da energie che invece mi avrebbero sempre e solo liberato da lacci di un passato da lasciare andare.
Tutto quanto stavo andando a sentire non mi avrebbe mai realmente fermato o ferito ma sempre e solo permesso di aprirmi piano piano per ritornare in contatto con quel nucleo originario che aveva sempre rappresentato il vero Luke.
Di fatto, bisognava integrare tutto quanto negli anni si era accumulato in superficie con il mio corpo sempre appesantito da queste energie sempre sconosciute alla mia consapevolezza conscia. Il cammino era appena all’inizio anche se il temporale stava finendo ed una flebile luce stava entrando nella mia stanza ricordandomi di cosa vi fosse oltre tutto questo.
Una volta data la guida al cuore, dovevo “solo” sentire tutto quanto sarebbe arrivato senza che nulla potesse davvero fermarmi. Il cammino era appena iniziato ed io era motivato più che mai ad andare sempre più a fondo.
Avrei trovato me stesso dopo anni di tenebre e nulla avrebbe potuto donarmi un maggiore appagamento. Stavo tornando a casa.